IL FISIO COMMENTA UNA NOTIZIA DI ATTUALITÀ
Elena Bozzola, nel suo articolo “Alimentazione sana, sport e natura: così il bambino diventa più intelligente”, pubblicato su La Repubblica, ci accompagna in un viaggio attraverso tre pilastri fondamentali per lo sviluppo cognitivo: alimentazione, movimento e contatto con la natura. Tre capitoli di un’unica storia: quella della crescita armonica del cervello infantile, che la scienza oggi conferma con dati e ricerche solide.
Il ruolo dell’alimentazione
Quando Bozzola scrive che “una dieta equilibrata favorisce lo sviluppo cognitivo”, ci ricorda che il cervello è un organo affamato di nutrienti.
Mangiare bene non significa solo evitare merendine e bibite zuccherate, ma garantire nutrienti di qualità:
- Omega-3, fondamentali per la struttura delle membrane neuronali
- Vitamine del gruppo B, per il metabolismo energetico
- Antiossidanti, che proteggono i neuroni dallo stress ossidativo
Non è semplice retorica salutista: studi come quello di Gómez-Pinilla, pubblicato su Nature Reviews Neuroscience, dimostrano che l’alimentazione influenza la plasticità sinaptica, ossia la capacità del cervello di adattarsi e imparare.
Anche l’allattamento al seno rappresenta “una spinta in più allo sviluppo cerebrale”: il latte materno, ricco di DHA e fattori bioattivi, favorisce migliori performance cognitive nei primi anni di vita. Oltre ai benefici nutrizionali, conta anche la dimensione relazionale: il contatto visivo e tattile madre-neonato rafforza l’attaccamento sicuro, migliorando le competenze socio-emotive e la gestione dello stress.
Lo sport come fertilizzante del cervello
Il secondo capitolo riguarda il movimento. Bozzola scrive: “Fare attività fisica regolare aiuta il flusso sanguigno cerebrale e il rilascio di neurotrasmettitori”.
Il movimento, soprattutto se aerobico e continuativo, stimola la produzione di BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor): una proteina che favorisce la nascita di nuovi neuroni, rafforza le connessioni sinaptiche e migliora memoria e concentrazione. Una sorta di “fertilizzante per il cervello”.
Da fisioterapista osservo quotidianamente come i bambini che fanno sport o giocano all’aperto sviluppino migliori abilità motorie, ma anche maggiore prontezza mentale, concentrazione e fiducia in sé stessi.
Purtroppo, questa realtà si scontra con l’aumento di sedentarietà: sempre più bambini trascorrono ore davanti a tablet, smartphone e TV, con un drastico calo dell’attività fisica. Le conseguenze? Posture scorrette, ridotta coordinazione, difficoltà di attenzione e minor curiosità verso il mondo reale — problemi che emergono già in età scolare.
Il potere rigenerante della natura
Il terzo pilastro è la natura. L’articolo sottolinea che “vivere in un ambiente sano, con spazi verdi e blu, stimola la cognizione e riduce lo stress”.
Secondo la Attention Restoration Theory di Kaplan & Kaplan, gli ambienti naturali offrono stimoli sensoriali ricchi ma non invadenti, che permettono al cervello di rigenerarsi dopo sforzi cognitivi prolungati.
Non è solo questione di respirare aria più pulita, ma di vivere esperienze che allenano corpo e mente: camminare su un sentiero, osservare insetti, arrampicarsi su un albero o costruire castelli di sabbia stimola equilibrio, coordinazione, attenzione e creatività.
La natura incoraggia gioco spontaneo, socializzazione autentica e riduce i livelli di cortisolo (ormone dello stress). Ogni volta che abbassiamo lo stress in un bambino, creiamo spazio per apprendimento, curiosità e benessere emotivo.
Privare i bambini di questo contatto significa toglier loro un alleato fondamentale per la salute mentale e fisica. Per questo, il tempo all’aperto non è un lusso, ma una necessità biologica. Proteggere e valorizzare gli spazi verdi è un investimento per il futuro: bambini più sani oggi, adulti più resilienti e creativi domani.
Il messaggio finale
Il messaggio che resta alla fine della lettura è chiaro: lo sviluppo intellettivo non è solo genetica o scuola. Come ricorda Bozzola, “la genetica conta, ma non basta”.
Alimentazione, movimento e natura sono strumenti concreti per dare al cervello le migliori condizioni di crescita. Creare ambienti in cui questi tre elementi siano la norma è un dovere collettivo, non un consiglio opzionale.
Significa investire non solo nella salute fisica dei nostri figli, ma anche nella loro resilienza, creatività e capacità di affrontare le sfide di un mondo complesso.
Bibliografia
Gómez-Pinilla, F. (2008). Brain foods: the effects of nutrients on brain function. Nature Reviews Neuroscience, 9(7), 568–578.
Oddy, W. H., et al. (2010). Breastfeeding duration and cognitive development. Early Human Development, 86(1), 71–75.
Hillman, C. H., Erickson, K. I., & Kramer, A. F. (2008). Be smart, exercise your heart: exercise effects on brain and cognition. Nature Reviews Neuroscience, 9(1), 58–65.
Kaplan, S., & Kaplan, R. (1989). The Experience of Nature: A Psychological Perspective. Cambridge University Press.
Twohig-Bennett, C., & Jones, A. (2018). The health benefits of the great outdoors: A systematic review and meta-analysis of greenspace exposure and health outcomes. Environmental Research, 166, 628–637.