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ERNIA AL DISCO: tutti ne parlano, ma cos’è realmente e come si tratta?


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L'ernia al disco è una condizione comune che colpisce molte persone in tutto il mondo, causando dolore, disabilità e limitazioni nei movimenti quotidiani. Per comprendere meglio questa problematica, è importante partire dall'anatomia della colonna vertebrale, per poi analizzare cos'è l'ernia al disco, i suoi sintomi principali e i trattamenti disponibili, sia fisioterapici che chirurgici.

 

Cos'è l'ernia al disco?

La colonna vertebrale è una struttura complessa composta da 33 vertebre disposte una sopra l'altra che racchiudono e proteggono il midollo spinale.

Oltre a svolgere una funzione protettiva, la colonna vertebrale ha anche il compito di sostenere il corpo e permettere il movimento. Per poter fare questo, tra una vertebra e l’altra ci sono dei cuscinetti che aiutano ad attutire gli urti e a garantire una certa flessibilità alla colonna vertebrale.

Questi cuscinetti sono i dischi intervertebrali, che sono composti da due parti: il nucleo polposo, situato al centro del disco e formato principalmente da una sostanza gelatinosa ricca di acqua (circa l’88%), e l'anello fibroso, che circonda e racchiude il nucleo polposo.

 

L'ernia al disco si verifica quando il nucleo polposo all'interno del disco intervertebrale si sposta o fuoriesce attraverso una lesione o una debolezza nell'anello fibroso. Questo può comprimere le radici nervose circostanti, provocando dolore e, in alcuni casi, sintomi neurologici come debolezza, intorpidimento o formicolio.

La gravità dell'ernia dipende dalla quantità di materiale discale che esce dall'anello fibroso.

 

Le ernie al disco possono verificarsi in qualsiasi punto della colonna vertebrale, ma sono più comuni nella regione lombare (bassa schiena) e cervicale (collo), in quanto sono le aree che supportano la maggior parte del movimento e del peso corporeo.

 

In alcuni casi, anziché una vera e propria fessura nell'anello fibroso, il nucleo polposo può tendere a assottigliarsi. In questa situazione, il nucleo può spingere l'anello fibroso verso l'esterno, causando una protrusione discale, o bulging.

 

È importante distinguere tra ernia discale e protrusione discale perché, sebbene i sintomi possano essere simili, la protrusione ha un impatto inferiore sulla funzionalità della colonna e generalmente richie trattamenti meno invasivi.


Quali sono le cause dell’ernia discale

L’ernia discale colpisce principalmente le persone di età compresa tra i 30 e i 55 anni. Con l'avanzare dell’età, dopo i 55-60 anni, i dischi intervertebrali tendono a perdere acqua e a diventare più rigidi; questo processo di disidratazione riduce la capacità dei dischi di esercitare una pressione sufficiente per spingere il nucleo polposo verso l’esterno.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, quindi, con l’invecchiamento la probabilità di sviluppare un’ernia discale diminuisce.

 

Oltre all’età, le cause dell'ernia discale sono multiple; i principali fattori di rischio includono:

-    Obesità: un eccesso di peso aumenta il carico sulla colonna vertebrale

-    Sedentarietà: la mancanza di movimento indebolisce i muscoli che supportano la colonna vertebrale

-    Mancanza di muscolatura profonda: una scarsa forza dei muscoli che supportano la colonna vertebrale può aumentare il rischio di lesioni

-    Lavori usuranti: attività fisiche che stressano la colonna vertebrale, come sollevamento di pesi o movimenti ripetitivi

-    Postura scorretta: una postura non adeguata, soprattutto durante il lavoro o mentre si sta seduti a lungo, può provocare squilibri nei dischi

 

Più raramente, l’ernia discale può essere la conseguenza di patologie più gravi, come tumori o altre malattie degenerative.

Inoltre, la predisposizione genetica può giocare un ruolo significativo nell'insorgenza dell'ernia.

 

 I sintomi dell’ernia discale

I sintomi dell'ernia al disco variano a seconda della posizione e della gravità della condizione.

Quelli più comuni includono:

·  Dolore localizzato: può essere avvertito nella zona lombare, cervicale o toracica, a seconda della posizione dell'ernia.

·  Dolore irradiato: quando l'ernia comprime una radice nervosa, il dolore può irradiarsi lungo il percorso del nervo, come ad esempio lungo la gamba o lungo il braccio.

Se l’irradiazione interessa glutei, coscia, polpaccio e piede si parla di sciatalgia.

Se l’irradiazione interessa addome inferiore, inguine, parte anteriore e interna della coscia, parte interna del piede si parla di cruralgia.

Se l’irradiazione interessa scapole, spalla, o tutto l’arto superiore, fino alle dita delle mani, si parla di brachialgia.

·  Intorpidimento e formicolio: la compressione della radice nervosa può causare sensazioni di intorpidimento o formicolio in zone del corpo collegate al nervo compresso

·  Debolezza muscolare: la compressione della radice nervosa può determinare una perdita di forza in specifici gruppi muscolari, rendendo difficili alcuni movimenti, come ad esempio camminare sulle punte o sui talloni nel caso di un'ernia discale lombare.

 


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Trattamenti per l’ernia al disco

Il trattamento deve essere in primo luogo conservativo.

In fase acuta, per la gestione del sintomo dolore è fondamentale la terapia farmacologica, che prevede l’uso di antinfiammatori e antidolorifici, compreso i cortisonici. La prescrizione di questi farmaci è di pertinenza medica (fisiatra, neurochirurgo, medico di medicina generale).


Una volta superata la fase acuta, è bene iniziare la fisioterapia; questa infatti è uno dei principali approcci non chirurgici per il trattamento dell'ernia al disco. L'obiettivo della fisioterapia è ridurre il dolore, migliorare la mobilità e rinforzare i muscoli circostanti per supportare meglio la colonna vertebrale. Alcune delle tecniche utilizzate includono:

-    Terapie fisiche, come tecar e laser, per abbassare la soglia del dolore a “aprire” una finestra terapeutica

-    Terapie manuali: la mobilizzazione della colonna vertebrale e dei tessuti circostanti può aiutare a ridurre il dolore e migliorare la mobilità

-    Ginnastica posturale, fra cui McKenzie, RPG, Back School

-    Core stability: esercizi mirati a rinforzare i muscoli della schiena, dell'addome e delle gambe sono fondamentali per stabilizzare la colonna vertebrale.

 

Per la risoluzione del dolore, ma non del problema, può essere utile anche anche la terapia antalgica, con infiltrazioni mirate di cortisone (e anestetico) o di ozono.

 

In molti casi, l'ernia al disco può essere trattata con successo senza bisogno di intervento chirurgico. Tuttavia, in alcune circostanze, quando il trattamento conservativo non porta a miglioramenti o quando i sintomi sono particolarmente gravi, può essere necessario un intervento chirurgico.

Le indicazioni per la chirurgia includono:

  • Dolore grave e persistente che non migliora con il trattamento conservativo

  • Perdita di funzionalità o debolezza muscolare che impedisce le normali attività quotidiane

  • Compromissione neurologica significativa, come la perdita di sensibilità o controllo motorio

  • Sindrome della cauda equina: condizione rara ma grave che può causare perdita di controllo sulla vescica o intestino e debolezza nelle gambe

 

Nella maggior parte dei casi, il trattamento dell’ernia al disco richiede quindi un approccio integrato, che combini le cure mediche con quelle fisioterapiche.

Il nostro ambulatorio della colonna è composto da un team multidisciplinare, costituito da neurochirurghi, fisiatri, anestesisti e fisioterapisti specializzati, che possono aiutarti ad inquadrare e risolvere il problema con un percorso terapeutico personalizzato ed efficace.


Contattaci per una valutazione gratuita per comprendere come è meglio agire nel tuo caso!


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