IL FISIO RISPONDE - la rubrica con le vostre domande
- info8674023
- 25 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Hai dubbi su quando iniziare la fisioterapia dopo un intervento? Ti chiedi chi dovresti consultare tra fisiatra, ortopedico o neurochirurgo? Oppure vuoi capire meglio quali esami diagnostici sono più adatti al tuo problema?
In questo articolo rispondiamo alle domande più frequenti dei pazienti per aiutarti a fare scelte più consapevoli sulla tua salute, i percorsi riabilitativi e le figure professionali coinvolte.

Se l’intervento chirurgico ha successo, in molti casi, non c’è bisogno di fisioterapia.
In generale dipende dal tipo di intervento, ma se parliamo di interventi inerenti all’apparato muscolo-scheletrico, ogni intervento avrebbe bisogno, anche in minima parte, di riabilitazione. L’intervento in sé, anche minore, apporta un grosso stress al sistema muscolare e ai tessuti molli, portando a una certa ipotrofia muscolare e a una possibile formazione di aderenze attorno alla cicatrice. Più l’intervento sarà invasivo, maggiore sarà lo stress tissutale.
L’osteopatia è una diversa tipologia di fisioterapia?
Vediamo che differenza c’è tra osteopata, fisioterapista e fisiatra:
Fisiatra: medico specialista che si occupa di valutazione, diagnosi e indicazione al trattamento riabilitativo in pazienti con problemi muscolari, ortopedici, neurologici e reumatologici.
Fisioterapista: professionista sanitario che si occupa di prevenzione, trattamento e riabilitazione dei disturbi muscolo-scheletrici e neurologici. Non è un medico.
Osteopata: non è un professionista sanitario, ma si occupa di trattamenti manuali su muscoli, articolazioni, visceri e cranio. Non fa riabilitazione.
Come scelgo se farmi visitare da fisiatra, ortopedico o neurochirurgo?
Fisiatra: se hai dolori muscolari o articolari senza urgenza, rigidità o contratture, o se hai bisogno di un percorso riabilitativo post-trauma.
Ortopedico: se hai dolori a ossa, articolazioni, tendini o legamenti, sospetti traumi o possibile indicazione chirurgica.
Neurochirurgo: se il dolore è accompagnato da formicolii, perdita di forza o irradiazione (sciatica, brachialgia), o se hai esami che indicano ernie o stenosi.
Che differenza c’è tra lastre, ecografia, risonanza magnetica e TAC?
Lastre (raggi X): per escludere lesioni ossee. Senza prescrizione.
Ecografia muscolo-tendinea: valuta muscoli, tendini e legamenti, ma non arriva ai tessuti profondi. Senza prescrizione.
Risonanza magnetica: esame dettagliato e 3D, serve per tessuti profondi e lesioni articolari. Con prescrizione.
TAC: utile in urgenza o per lesioni ossee importanti, traumi o sospette emorragie.
Lo stretching fa sempre bene?
Non sempre. È utile per alleviare tensioni muscolari, migliorare la flessibilità e prevenire stiramenti, ma può essere controindicato in casi di instabilità articolare, dove la tensione muscolare è necessaria per stabilizzare l’articolazione.
➡️ In questi casi, lo stretching può peggiorare il problema.
È fondamentale avere una valutazione professionale prima di eseguire esercizi da soli.
Altre curiosità sulla fisioterapia? Scrivici! Il fisio risponde!
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