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Piede piatto. Cause, sintomi e come intervenire.

Ti è mai capitato di dover interrompere una corsa o una lunga camminata per colpa di un forte dolore al piede, localizzato soprattutto nella zona del tallone, della fascia plantare, che si ripercuoteva anche lungo la gamba, o addirittura di notare un gonfiore nella parte interna della caviglia?

Sapevi che potrebbe essere causato dalla conformazione del tuo piede?

Potrebbe trattarsi di piattismo del piede.


Il piede piatto è una malformazione caratterizzata dall’appiattimento della volta plantare. Nell’adulto può essere congenita (il paziente ha sviluppato il piede piatto quando era bambino e non è stato curato) oppure può essere acquisita in seguito ad un trauma, una disfunzione o una patologia. Questa sindrome compare soprattutto fra le donne di 50-60 anni, in menopausa e con eccesso di peso.

Non è una patologia da sottovalutare, perché l’adulto con piede piatto congenito particolarmente deformato, col tempo può andare in contro ad una degenerazione del tendine del muscolo tibiale, che sostiene la volta del piede, fino alla sua rottura nelle forme più gravi.

Il paziente può arrivare a sviluppare un’artrosi delle ossa mediali del piede, con conseguenti dolori e riduzioni funzionali.

Inoltre è importante ricordare che il piede piatto, sia nell’adulto che nel bambino, non va mai considerato in modo a sé stante, ma inserito in un quadro più ampio che interessa la postura globale del paziente. E’ a causa del piede piatto che molti pazienti presentano disturbi associati come le alterazioni della colonna , il ginocchio valgo o il passo intra o extrarotato. Cerchiamo di capire più nel dettaglio come si presenta un piede piatto:

l’astragalo, che è l’osso che unisce tutto il piede allo scheletro della gamba e che normalmente si trova sopra al calcagno, scivola verso il basso, in avanti e internamente, trascinando con sé tutte le ossa ad esso connesse anteriormente, costringendo il calcagno a ruotare.

E’ una rotazione interna del retropiede chiamata pronazione.

Quindi il tallone è deviato verso l’interno. La pronazione del retropiede ha ripercussioni anche sull’avampiede, che si troverà in rotazione esterna (supinazione) provocando un movimento che porta alla scomparsa della volta plantare e alla caduta dell’arco longitudinale interno.


Vi sono casi in cui un paziente adulto nato con piedi normali, può sviluppare un piede piatto in seguito ad un evento scatenante, generalmente si tratta di: • traumi • patologie reumatiche e neurologiche • disfunzione del tendine tibiale posteriore: questa disfunzione è caratterizzata da una protuberanza nel profilo interno del piede Il piede piatto acquisito evolve seguendo tre stadi: Stadio 1: infiammazione del tendine tibiale posteriore Il paziente presenta un edema e avverte dolore nella parte interna del piede Stadio 2: iniziale appiattimento della volta plantare Il paziente presenta già una volta plantare piatta ma la deformazione è ancora limitata Stadio 3: deformità molto accentuata La deformazione del piede è molto evidente. L’arto è rigido e il paziente presenta una perdita dei rapporti articolari e di funzionalità dell’arto. Avverte dolore e fatica a camminare.

COME PREVENIRE E CORREGGERE? Questo tipo di deformazione è ben visibile a occhio nudo, infatti un fisioterapista è in grado di fare una prima valutazione, sarà poi l’ortopedico che prescriverà una radiografia per studiare il grado di deformità e di degenerazione artrosica. Inizialmente la terapia è di tipo conservativo. Il paziente potrà eseguire un ciclo di fisioterapia volto a rinforzare i muscoli del piede e di tutto l’arto inferiore, per sostenere meglio la volta plantare, esercizi di stretching, propriocettività e flessibilità; un percorso che potrà essere associato all’utilizzo di plantari con sostegno (di questo si occuperà un tecnico ortopedico) in modo che la volta del piede assuma una forma normale.




In caso di dolore acuto e infiammazione si può ricorrere all’uso delle terapie fisiche come Tecar e Laser ad alta potenza.

Grazie a questi accorgimenti i tendini e l’articolazione non subiscono le tensioni che hanno portato alla degenerazione, riuscendo così ad arrestarla.

Inoltre l’intera postura trarrà beneficio.


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