
Il vaginismo è uno stato spastico della muscolatura vulvo-vagino-perineale e, talvolta, dei muscoli adduttori della coscia, che rende impervia la vagina, ostacolando o inibendo il rapporto sessuale e, a volte, lo stesso esame ginecologico. La donna si sente assalita da profonda ansia di fronte l’atto sessuale e per difendersi scinde la propria personalità. Il versante propriocettivo di Sé reagisce alla spiacevole attesa del contatto sessuale con una difesa muscolare specifica, con una contrazione perinale esplulsiva verso qualsiasi corpo che tenti di penetrare in vagina. Il versante percettivo e immaginativo si rifugia nella fantasia di essere aggredita e quindi nella necessità di doversi difendere. Per farlo adotta un atteggiamento di indifferenza, si pone cioè come spettatrice del proprio atto sessuale, come se questo non la riguardasse direttamente. Lo splitting mentale comporta perciò un doppio vissuto: da una parte la funzione automatica di difesa fisica nei riguardi del coito mediante vaginismo, dall’altra quello di porsi come spettatrice atterrita rispetto alla prestazione sessuale.
Perdersi nell’altro. La sessualità è l’istintualità base che mette in gioco la relazione con l’altro: toccarsi, odorarsi, accarezzarsi fino al penetrare e fondersi, quindi perdere per alcuni istanti la propria individualità per diventare “altro”. Bloccare tale atto dice molto di come la donna viva le relazioni, che siano d’intimità o professionali è relativo. Il carico energetico che la sessualità porta con sé, insieme alla morbidezza, fluidità e profondità del rapporto con l’interlocutore, diventano conseguenze naturali e importanti per la relazione in generale. Se la sessualità viene vissuta come incompleta o peggio come violenza allora le relazioni con l’interlocutore verranno vissute internamente allo stesso modo.
Il vaginismo e le sue fantasie. Quando il rifiuto ad accettare il pene assume un carattere particolarmente ostinato, avviene una sorta di pietrificazione automatizzata dei muscoli perivaginali, che con il blocco ipertonico sostenuto da un sentimento terrificante si pone l’obiettivo di stabilire una difesa ad oltranza contro ogni invasione. Le donne che soffrono di vaginismo, spesso dichiarano che non è il dolore ad irrigidirle ma l’idea del contatto. Vi è una sorta di opposizione al pene che infatti viene escluso, imprigionato o espulso. Gli elementi cruciali che spesso dominano nel sistema dei valori sessuali di queste persone, sono il mancato permesso ad esprimersi sessualmente, l’attesa paurosa del partner visto come persecutore, l’utilizzo della sessualità come pre-genitalismo. Il sistema di valori sessuali è dunque immaturo o addirittura improntato sulla paura, sulla difesa e sul risentimento. Vi è la convinzione che il proprio corpo sia troppo aperto ed esposto all’invasione e ciò può farle prevedere che le esperienze sessuali siano distruttive.
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