L’effetto Carpenter e l’uso dell’ipnosi nella riabilitazione motoria: un approccio alternativo per il benessere in ambito fisioterapico.
- info8674023
- 15 apr
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La riabilitazione motoria e le difficoltà per il paziente
Chiunque abbia subito un intervento chirurgico, traumi, infortuni o che, per qualsiasi altra causa, necessiti di una riabilitazione motoria, molto spesso ha paura del dolore che può provocare la terapia.
Non ci sono dubbi sull’importanza della riabilitazione nel processo di recupero e di ripristino della capacità motoria promuovendo il recupero completo, il problema è che molto spesso il paziente prova dolore e questo può causare un rallentamento, fino all’interruzione del processo riabilitativo.
L’ipnosi: un approccio alternativo per il benessere del paziente
In questi casi può venirci incontro l’ipnosi. La sinergia tra l’utilizzo della riabilitazione e l’ipnosi è stata ampiamente utilizzata per la gestione della percezione del dolore durante le sedute fisioterapiche. Questa pratica, non solo rende il trattamento meno traumatico, ma lo trasforma in una esperienza di maggior consapevolezza delle proprie risorse, che vengono attivate dall’ipnotista il quale tramite parole, gesti, utilizzo di metafore, suggestioni, è in grado di guidare il paziente oltre le sue abilità, mantenendo uno stato mentale ricettivo che favorisce la riduzione dell’ansia, del dolore e dello stress che spesso accompagna la riabilitazione.
Quando l’ipnosi può fare la differenza nella riabilitazione
I tre punti su cui l’utilizzo dell’ipnosi vede ottimi riscontri in ambito riabilitativo sono:
miglioramento della mobilità e della funzione, migliorando la connessione mente-corpo;
gestione dello stress e del carico emotivo che comporta il recupero da un infortunio;
incremento della motivazione incentivando il desiderio di miglioramento e il raggiungimento degli obiettivi di recupero.
In questi casi viene sfruttato l’effetto Carpenter, un fenomeno di natura psicologica che dimostra che la percezione del dolore e della disabilità possa essere influenzata dalla mente stessa.

Che cos'è l’effetto Carpenter?
Formulato da William Benjamin Carpenter nel 1852, l’effetto Carpenter descrive il fenomeno secondo cui un'idea o un'immagine mentale può generare automaticamente un movimento corporeo involontario, senza che ci sia un'intenzione cosciente di muoversi.
In parole semplici: pensare a un movimento può indurre il corpo a compierlo in modo automatico.
Tramite una suggestione, infatti, l’attenzione si focalizza su un determinato stimolo, modulando il dolore e migliorando l’adesione al piano riabilitativo.
Le risposte fisiologiche e psicologiche migliorano, il corpo percepisce la positività del trattamento, che, a sua volta, stimola il corpo ad una risposta migliore.
In conclusione
L’ipnosi è una tecnica terapeutica che viene utilizzata ormai da diversi anni in tantissimi settori, dallo sport per ottimizzare la performance, medicina e psicoterapia, nella gestione del dolore, nei disturbi del sonno e nella depressione, in ostetricia e ginecologia, nel cambiare le abitudini e gli stili di vita.
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